
Sustainable Thinking
| ICONIC EXHIBITION | Asia Bernardini
Dal 1938 Palazzo Spini Feroni è la sede della Maison Ferragamo, e oggi anche di uno splendido museo. Affacciato su Piazza Santa Trinita, cuore dello shopping fiorentino, il Museo Salvatore Ferragamo è una tappa imperdibile per scoprire il genio dell’uomo che ha creato il mito del Made in Italy e della nuova mostra “Sustainable Thinking”, dal 12 aprile 2019 all’ 8 marzo 2020, così come ci racconta la Direttrice del Museo, Dott.ssa Stefania Ricci.
Che cosa unisca le intuizioni di Salvatore Ferragamo, fondatore dell’omonima casa di moda, e le più recenti sperimentazioni legate alla moda green? Sin dagli anni venti del Novecento Salvatore Ferragamo ha sperimentato materiali naturali e inconsueti, intensificando negli anni ’30 la sua ricerca. Oggi i modelli creati da Ferragamo in quel periodo potrebbero essere considerati sostenibili, sebbene allora non si parlasse di salvaguardia ambientale. L’impiego di fibre e tessuti innovativi fu imposto durante il fascismo dalla propaganda nazionalista a favore di materiali italiani e rafforzato dalle sanzioni economiche imposte al Paese dal 1935 e dallo scoppio della guerra, che limitò l’uso dei pellami alle scarpe militari. Ferragamo iniziò ad utilizzare la carta, il sughero, il feltro, la rafia, la pelle di pesce, il cellofan. La passione per i materiali continuò anche negli anni ’50, con filati di nuova generazione come il nylon. Salvatore Ferragamo è un esempio di come la creatività e l’arte possono essere stimolate, e dare grandiosi risultati, anche in un momento di difficoltà a reperire i materiali consueti alla lavorazione delle calzature. Il parallelo tra passato, presente e futuro è un concetto fondamentale per la cultura dell’azienda Ferragamo e anche per il suo museo. Un esempio di questo legame è rappresentato dal sandalo Rainbow Future, riedizione sostenibile al 100% di un modello storico che Ferragamo realizzò per Judy Garland, un importante link con le più moderne sperimentazioni Green.
Quale sarà il percorso narrativo della mostra?
Dopo aver riassunto in un touchscreen i temi principali legati alla sostenibilità nel settore della moda e dei materiali, è stato organizzato il percorso espositivo in 10 sezioni. Nella prima sala è presentata una metafora artistica dell’inquinamento globale grazie all’opera di Pascale Marthine Tayou: Invasion, mentre l’opera di Joseph Beuys offre uno sguardo al passato grazie alla sperimentazione diretta dell’artista con la natura attraverso l’opera “Difesa della Natura”. La seconda sezione è dedicata ai modelli realizzati da Salvatore Ferragamo negli anni trenta e quaranta utilizzando materiali e tecniche che oggi potrebbero essere considerati sostenibili. Le sezioni “Trasformazione”, “Artigianato e moda sociale”, “Intrecci”, “Innovazione sociale”, e “Innovazione”
offrono un importante spunto di riflessione sull’impiego di nuovi materiali, di nuove tecniche di realizzazione e del coinvolgimento della sfera sociale nel mondo della moda. La sezione di “Arte, Tecnologia e Scienza” si esemplifica in un ménage sinergico con le opere di Tomàs Saraceno e il suo video Aerocene sugli esperimenti di volo senza uso di combustibile. Un progetto che si avvale del contributo di scienziati, tecnici e professionisti del settore. La sezione nove è invece dedicata ad un concetto fondamentale per l’azienda Ferragamo, quello della responsabilità sociale e del rispetto della diversità. Queste tematiche sono rivolte ad esaltare un aspetto molto importante nello sviluppo delle società future, delle aziende e del loro management, ossia di quell’insieme di pratiche e politiche volte a valorizzare la diversità all’interno di un ambiente, di lavoro e non – che sia diversità di genere, di orientamento sessuale, di origini etniche, di cultura, di abilità fisiche, ecc. – supportando differenti stili di vita e rispondendo alle loro diverse esigenze. Questa parte del progetto ha coinvolto i dipendenti Ferragamo e grazie al coinvolgimento di due artisti olandesi Ari Versluis & Ellie Uyttenbroek, che da anni lavorano al progetto artistico Exactitudes nel quale la diversità delle persone viene esaltata dalla creazione di serie di scatti fotografici, in cui le corrispondenze, in una sorta di dress code, derivano non solo da preferenze vestimentarie e di stile, ma dai tratti somatici simili, dall’espressività dei volti, dagli atteggiamenti. Nell’ultima sezione l’attenzione è invece rivolta alla natura, che congiuntamente alle nuove tecniche di lavorazioni, ci offre un’enorme possibilità di realizzazione. Il percorso espositivo non segue un vero ordine cronologico essendo un progetto che riguarda la “contemporaneità”, e l’obiettivo è quello di proporre un
approccio positivo per la creazione di un mondo migliore.
Paul Andrew, Direttore Creativo di Ferragamo da febbraio 2019 ha creato un abito in jersey derivato da bottigliette di plastica, quali sono gli obiettivi futuri da raggiungere?
L’azienda è costantemente alla ricerca di materiali innovativi, sostenibili e di alta qualità da poter utilizzare all’interno delle collezioni. Indubbiamente l’obiettivo a lungo termine è quello di realizzare i migliori prodotti con il minor impatto possibile sull’ambiente. L’utilizzo di materiali sostenibili è stato promosso in occasione della seconda edizione del Green Carpet Fashion Awards il 23 settembre 2018 nello storico Teatro alla Scala di Milano dove l’attrice Elizabeth Chambers ha indossato un abito realizzato dal Direttore Creativo dell’Azienda Salvatore Ferragamo, Paul Andrew. Si tratta di un abito in jersey creato in un materiale speciale, il perPETual, che deve il nome alla materia prima di cui si compone: plastica recuperata dagli oceani e trasformata in filato attraverso un processo brevettato di polimerizzazione.
Una mission trova una realizzazione solo quando è recepita dal consumatore finale, qual è il compito di uno stilista?
Sicuramente il futuro della sostenibilità è rappresentato dalla tracciabilità del prodotto, ovvero la possibilità per il consumatore di tracciare il percorso svolto dal prodotto, dal materiale all’esecuzione finale.
Che cosa si aspetta la Maison da questa iniziativa?
L’obiettivo è quello di diffondere ad un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori del mondo della moda, la nuova sfida che l’industria del fashion sta affrontando, al fine di creare un futuro migliore per le nuove generazioni.
Progetti futuri?
L’azienda ha in programma per i prossimi anni diverse iniziative di formazione sul tema della sostenibilità, rivolte non solo ai dipendenti, ma anche agli stakeholder. Nel settore prodotto continuerà la ricerca sui nuovi materiali sostenibili che si evidenzierà in nuove capsule collections. Verranno inoltre portate avanti una serie di azioni corporate e di formazione come la partecipazione a seminari legati al tema della sostenibilità e collaborazioni con Università, Accademie e Istituzioni specializzate.
Web: ferragamo.com/museo/it/ita/